LE ORIGINI
C’era una volta a Milano la Fiera Campionaria, nata nel 1920 e trasferita nel 1923 nell’antica Piazza d’Armi, un’area che, dopo la seconda guerra mondiale, era di oltre 27 ettari. Negli anni ’60 e ’70 la Fiera Campionaria diventò testimone del grande boom economico, trasformandosi nel punto d’incontro commerciale e internazionale tra l’Est e l’Ovest.
Successivamente l’area viene poco alla volta abbandonata.
Nel 2004 è varato il progetto Citylife e tra il 2007 e il 2008 terminano le demolizioni della vecchia Fiera Campionaria per realizzare, mediante il dimezzamento della cubatura preesistente, la più grande area pedonale di Milano, una delle maggiori in Europa, con la circolazione di auto e parcheggi esclusivamente ai piani interrati e la futura realizzazione del terzo parco milanese, con un’estensione totale di 336.000 mq.
Gli architetti incaricati della progettazione sono di fama internazionale, ognuno con delle peculiarità e caratteristiche a sé stanti: Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind, gli ultimi due, insieme a Frank Gehry, sono importanti esponenti della nuova corrente dell’architettura decostruttivista. (per approfondire l’architettura decostruttivista: https://www.giusybaffi.com/decostruttivismo-architettura-spazio-in-evoluzione/ )
Ogni architetto è stato incaricato di progettare sia un grattacielo che un centro residenziale.
A causa del terreno alluvionale tipico di Milano e di buona parte della Pianura Padana, è stata inizialmente scavata su tutta l’area una platea di fondazione omogenea e profonda in cemento, edificata sopra una fitta ed alta palificazione riempita di gettate di calcestruzzo. In questo modo la platea è in grado di assorbire sia eventuali cedimenti del terreno che spinte sismiche. Sulla stessa piattaforma insiste il tunnel della nuova metropolitana lilla.

IL NUOVO BUSINESS DISTRICT
PROGETTO ISOZAKI – MAFFEI – (TORRE ALLIANZ)
Arata Isozaki ha progettato, con Andrea Maffei, il primo grattacielo, meglio conosciuto come la torre Allianz, soprannominata “il dritto”.
“Nel nostro arcipelago di forme, abbiamo trovato interessantesviluppare l’idea di un grattacielo senza fine, una sorta di ENDLESS TOWER. Ormai troviamo grattacieli di qualsiasi forma e decorazione in tutte le parti del mondo. Da ciò ci sembrava più affascinante studiare un concetto da applicare al grattacielo, rispetto al solo studio di una forma bella esteticamente. Nell’aspirazione alla massima verticalità e alla tensione verso l’alto, risultava limitante scegliere una forma compiuta e conclusa ad una certa altezza ed abbiamo preferito applicare il concetto di un sistema modulare che si può ripetere all’infinito senza soluzione di continuità.” Andrea Maffei
Con i suoi 55 piani, 5 dei quali interrati ad uso parcheggio ed un’altezza di 209 metri, ha cifre di tutto rispetto: 14 ascensori di cui 6 panoramici, una facciata a doppia pelle in vetro di forma appena bombata verso l’esterno per una copertura di 26.000 mq. composta da 4.500 elementi in vetro triplo ricurvo, deformazione ottenuta dalla piegatura a freddo del vetro attraverso l’incollaggio ai montanti in alluminio con un lato ricurvo.
Quattro elementi diagonali metallici color oro, detti puntoni, di lunghezza variabile da 40 a 60 mt. connettono l’undicesimo livello della Torre con la base della struttura, questi tiranti d’irrigidimento hanno una funzione statica con dei veri e propri ammortizzatori sotto il piano del calpestio. La superficie in vetro è interrotta al 21° e all’ultimo piano da due strutture in ferro che fungono da anelli di irrigidimento di tutto il grattacielo e che servono anche da zone tecniche per gli impianti.
Il centro residenziale Isozaky è in fase di progettazione ma non si ha la certezza della sua realizzazione.
Per ulteriori informazioni su Arata Isozaki: https://www.giusybaffi.com/education-city-a-doha-quando-larchitettura-si-fonde-con-la-conoscenza/ e https://www.giusybaffi.com/lultimo-isozaki-larchitettura-organica/
PROGETTO ZAHA HADID – (TORRE GENERALI)
La torre Hadid, soprannominata “lo storto” e meglio conosciuta come Torre Generali, dà la sensazione di un grattacielo che si avvita nel cielo.
La geometria dell’edificio è rappresentata da una forma in torsione, con le dimensioni e l’orientamento dei piani variabili lungo l’asse verticale, secondo espressioni matematiche definite. La torsione è resa da una sequenza di pilastri inclinati, questo movimento è contrastato da un nucleo centrale perfettamente verticale in cemento armato dallo spessore che varia da 1 mt. alla base a 40 cm ai piani alti e che contiene tutti gli impianti tecnici, ascensori compresi.
Alta circa 170 mt. dal livello della piazza, ha 47 piani, di cui 3 piani interrati.
I terminali della torre sono in cemento armato per dare maggiore rigidità alla struttura.
La torre Hadid è collegata alla base da un volume successivo, il Podium, un elemento funzionalmente e strutturalmente indipendente. È dotato di una struttura a forma libera e composita in acciaio e calcestruzzo, totalmente integrata con l’architettura.

Inaugurato a fine novembre 2017, il Podium è diventato lo Shopping District, attualmente il centro commerciale urbano più grande d’Italia, che si sviluppa su una superficie di 32.000 metri quadrati, il cuore pulsante di tutto il nuovo quartiere.
L’interno, distribuito su 3 piani, è formato da 80 negozi, un supermercato, 20 ristoranti e 7 sale cinematografiche.
Tutta la parte interna è un continuo richiamo allo stile della grande Hadid: dal bosco immaginario costituito da colonne e soffitti in legno di bamboo, ai banchi di ristoro dalla forma di una barca, alle linee libere con punti visivi differenti tra i vari spazi, al soffitto in vetro e acciaio che lascia filtrare la luce.



Il centro residenziale Hadid è concepito come un transatlantico di lusso, Il suo progetto privilegia un andamento sinuoso delle facciate. I rivestimenti sono in cemento, alluminio e doghe di pino canadese che dovrebbero prendere con il tempo una sfumatura grigiastra.
Sia i terrazzi che le finestre sono concepiti come elementi a nastro continuo lungo le facciate, come sulle navi.
Gli attici sono normalmente di due piani, gli interni riprendono le linee sinuose degli esterni, parecchi elementi d’arredo sono disegnati dalla stessa Hadid.
Per approfondire Zaha Hadid: https://www.giusybaffi.com/zaha-hadid-un-linguaggio-architettonico-di-fluidita-e-natura/
PROGETTO LIBESKIND – (TORRE PwC)
La Torre Libeskind, soprannominata “il curvo”, e meglio conosciuta come Torre PwC si trova al centro della composizione delle tre torri e con la sua forma ricurva raccorda idealmente le altre due.
Il progetto iniziale si presentava con la torre d’irrigidimento verticale che conteneva i servizi, le scale e gli ascensori, che fuoriusciva, quasi come una stampella, dalla struttura concepita con una forma molto più curva.
Il progetto è stato successivamente modificato inserendo la torre d’irrigidimento e dei servizi all’interno della struttura stessa, diminuendone la curvatura e modificando la copertura.
La sua struttura è in calcestruzzo armato fino al 29° piano, mentre gli ultimi piani, per un totale di 34 piani, hanno una struttura in acciaio che, concepiti come open-space, vanno a costituire il coronamento sommitale con un’altezza complessiva di 175 metri dalla piazza.

Il coronamento sommitale o corona, è caratterizzato da un volume interamente vetrato alto 40 metri al cui interno trovano posto gli impianti di manutenzione, climatizzazione e riciclo dell’acqua piovana. La forma rimanda alla sezione di una cupola rinascimentale, forma alla quale lo stesso Libeskind afferma di essersi ispirato.
E’ stato inaugurato nel mese di ottobre 2020.

Il centro residenziale Libeskind è caratterizzato da edifici dalle geometrie asimmetriche tipiche del suo stile. Grandi schermi brise-soleil in legno sono visibili sulle facciate. Gli appartamenti sono caratterizzati da una grande luminosità garantita dalle vaste vetrate che prolungano gli ambienti verso gli ampi terrazzi coperti; gli attici, spesso a più piani interni, hanno gli arredi progettati da Cassina.
Per approfondire la figura di questo architetto: https://www.giusybaffi.com/daniel-libeskind-archistar-del-nostro-tempo/
IL PADIGLIONE 3 – Il palazzo delle Scintille
Il primo edificio realizzato per la Fiera Campionaria nel 1923 su progetto dell’architetto Paolo Vietti Violi, l’unica palazzina non demolita e oggetto di restauro conservativo è Il Palazzo delle Scintille, ex palazzetto dello sport e velodromo. L’enorme cupola in ferro e vetro tipica delle costruzioni degli anni ’20 del secolo scorso, è stata completamente restaurata sostituendo il vetro con materiale high tech. La costruzione è stata comperata all’asta da Generali Assicurazioni nel mese di dicembre 2019, l’obiettivo potrebbe essere quello di ospitare eventi espositivi.


IL PORTICO, NUOVO “GRATTACIELO” ORIZZONTALE
«Abbiamo deciso di non competere in altezza con le tre torri, creandone una quarta, ma di completarle creando uno spazio pubblico, non timido ma con carattere, in dialogo con le torri stesse.” . Bjarke Ingels (BIG)
Un altro grattacielo, orizzontale a questo punto, è stato progettato dal gruppo BIG, ovvero dallo studio dell’architetto danese Bjarke Ingels. Si tratta de Il Portico, un progetto di 53.500 metri quadrati costituito da due strutture individuali, due volumi predominanti con altezze differenti e collegati tra loro da una passerella a forma di portico, arcuata e pensile lunga 140 metri, tutta la copertura sarà rivestita da pannelli solari.
Gli edifici, concepiti in vetro per maggiore leggerezza e luminosità, avranno zone polifunzionali, openspace, terrazzi ad uso sia pubblico che privato, la stessa copertura di collegamento sarà uno spazio verde e pedonabile ad uso pubblico.
Una cornice innovativa che concluderà perfettamente lo spazio di Citylife.
I lavori dovrebbero iniziare nel 2021 e terminare nel 2023-2024.



L’ARREDO URBANO: LAMPIONI E SEGNALETICHE
Nel quartiere Citylife ogni piccolo dettaglio è stato studiato con cura, gli 85 lampioni posizionati sia nel parco che nelle residenze e nelle zone pubbliche favoriscono una diffusa illuminazione di tutta la zona aumentando la percezione di sicurezza. Il progetto è stato affidato allo Studio di lighting design Ferrara Palladino di Milano, con i lampioni a led serie Urban 03® di Gewiss®.
Il design della segnaletica urbana che si trova all’interno del quartiere è stata affidata a Daniel Libeskind.

IL PARCO ARTLINE
Il parco che la circonda, una volta terminato, avrà una superficie di 170.000 metri quadrati; è stato progettato dallo studio di Gustafson Porter, architetto di paesaggio, in collaborazione con !Melk di New York e One Works di Milano, Ove Arup International di Londra ed Arup Italia.
Il suo nome è ArtLine perché non si tratta di un semplice parco, bensì ospita al suo interno opere e installazioni di arte contemporanea, il numero delle opere è in continuo divenire.
Di Judith Hopf ci sono le due sculture in mattoni rossi Hand and Foot for Milan, una grande mano e un grande piede in dialogo tra loro.
Di Riccardo Benassi c’è una struttura in alluminio con un display a led bianchi, il Daily Desiderio: ogni giorno l’artista trasmette da remoto un messaggio diverso.

Coloris è un’installazione ovale di pali colorati, altri tra i 6 e i 12 metri la cui sommità termina con un uovo, che porta la firma di Pascale Marthine Tayou.

Le famose vedovelle, ovvero le classiche fontanelle verdi milanesi, assumono un altro significato grazie alla sostituzione delle bocchette originarie in ottone con varie piccole sculture in bronzo, che cambiano di volta in volta, opera della fantasia dell’artista Serena Vestrucci.
Due sculture in fusione di alluminio dalla forma di colonne umanizzate che si tengono a braccetto dal titolo Filemone e Bauci sono opera di due giovani artisti Ornaghi & Prestinari.

Due massi erratici in grandi dimensioni, affiancati l’uno all’altro dal titolo Il Beso sono opera dell’artista cubano Wilfredo Prieto.

Sul pavimento di piazza Burri si possono ammirare i Cieli di Belloveso dell’artista Matteo Rubbi, una realizzazione di 100 stelle in pietra di colore e dimensioni differenti, che rappresentano la volta stellata di Milano nella primavera del 600 avanti Cristo, anno in cui dovrebbe essere stata fondata Milano. La storia della fondazione è inoltre corredata da dati astronomici che, incisi nella pietra, descrivono le coordinate temporali e storiche dell’evento astronomico.

Le opere e le installazioni sono in continuo divenire e movimento, per la Milano Art Week 2018 uno dei più rinomati street artist del mondo, Eron (pseudomino dell’italianissimo Davide Salvadei) ha realizzato il W.A.L.L., che sta per Walls Are Love’s Limits, una tra le più grandi opere d’arte murale al mondo. Circa 120 metri di lunghezza per8 metri di altezza è ricca di suggestioni luminose e finezze pittoriche, inserite con delicatezza nel contesto, in armonia con le architetture e gli spazi verdi. L’artista ha utilizzato contro un muro uno schermo sul quale si snodano i suoi dipinti, da una leggera nebbia si intravedono frammenti di vegetazione, mentre un filo spinato corre lungo tutta la superficie, al centro l’alone del sole si fa strada tra nebbia e filo spinato e si apre a forma di cuore.
Nei pressi della Torre Isozaki Allianz è presente anche un’area fitness all’aperto, una palestra con pavimento gommato completa di attrezzature fisse.
A completamento di Citylife era previsto il Museo d’Arte Contemporanea, sempre su progetto di Libeskind, consistente in un edificio a pianta quadrata che, con un movimento di torsione, terminava a pianta circolare completamente terrazzata. Questo progetto è stato attualmente accantonato.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bjarke_Ingels_Group
https://www.artlinemilano.com/
©Giusy Baffi 2020 – (pubblicato parzialmente su Artevitae.it. 27 aprile 2017 https://artevitae.it/citylife-milano-artrevitae/)
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