22 Marzo 2020

LA ROSA DI DOHA, la visione di Jean Nouvel


Una rosa particolare, un omaggio alla cultura araba è il visionario progetto del nuovo Museo Nazionale del Qatar (QNM) a Doha concepito da Jean Nouvel, l’architetto francese premio Pritzker 2008,  dopo le sue esperienze passate nella progettazione dell’Institut du Monde Arabe (1987) di Parigi e del Louvre di Abu Dhabi (2017).

Inaugurato nel 2019, il Museo Nazionale del Qatar (QNM) stupisce ed emoziona per la sua ampiezza e per le sue forme. Su una superficie di oltre 46.000 mq. la costruzione ha una forma ad anello composto dall’intersezione di padiglioni che circondano un ampio cortile e il palazzo reale, da poco restaurato,  dello sceicco Abdullah bin Jassim Al Thani. Tutta la struttura rimanda all’idea di un caravanserraglio, il tradizionale luogo chiuso usato per la sosta delle carovane che attraversavano il deserto.

 

Dietro la nascita di questo nuovo progetto c’è la mano della sorella dell’emiro, la sceicca Mayassa al Thani, la mecenate che presiede il consiglio di amministrazione del Qatar Museums Authority.

Tra gli obiettivi che hanno portato alla realizzazione dell’edificio c’era l’esigenza di voler celebrare l’archeologia, la storia naturale, le tradizioni e la cultura del Qatar, a partire da milioni di anni fa fino ad arrivare alla sua storia meno recente. Il museo è organizzato infatti per documentare con manufatti geologici e archeologici i tre periodi della storia del paese: l’inizio, la vita in Qatar e la costruzione del Paese. All’interno del museo è esposto un tappeto unico al mondo, di manifattura indiana, realizzato e commissionato un secolo e mezzo fa per la tomba di Maometto a Medina.

Il tappeto, ordinato dall’allora Maharaja di Baroda, nel Gujarat indiano, è ricamato con oltre 2 milioni di perle oltre a smeraldi, diamanti e zaffiri.

Il Tappeto di Perle di Baroda  ©courtesy of Sotheby’s

 

L’idea architettonica alla base del nuovo Museo Nazionale del Qatar è straordinariamente semplice: quella di una rosa del deserto, un minerale spesso presente nelle aree desertiche dovuto ad un agglomerazione di cristalli di gesso che si aggregano in lamine naturali e tondeggianti, più sottili alle estremità. Queste lamine si intrecciano e si compongono come i petali di un fiore.

Rosa del deserto

Il luogo su cui sorge l’edificio è quindi all’origine di un sistema organico realizzato tramite dischi ad incastro, dalle tonalità color sabbia, che caratterizzano l’imponente architettura.

 

La costruzione, di estrema complessità formale, ha una  struttura metallica rivestita in calcestruzzo fibro-rinforzato in modo da creare forme libere ed è costituita da una serie di dischi orientati in tutte le direzioni. I dischi sono di differenti ampiezze e le relative sporgenze garantiscono l’ombreggiatura necessaria. Ogni disco è costituito da una struttura metallica rivestita da pannelli in calcestruzzo separati ogni quattro metri da dei giunti di dilatazione che, esaltando le linee di fuga creano sulla superficie un disegno articolato.

Museo Nazionale del Qatar (QNM) – Fasi di copertura – Doha – ©Jean Nouvel architects

Lo sfalsamento dei dischi variamente orientati forma delle aperture riempite da facciate vetrate.

Museo Nazionale del Qatar (QNM) – Doha – ©Jean Nouvel architects

All’interno nulla è lineare, le undici gallerie che formano l’intero anello espositivo hanno pareti che si incurvano verso l’interno e verso l’esterno, in grado di trasformarsi in schermi cinematografici lasciando il visitatore libero di vagabondare con l’illuminazione puntiforme che, proiettata sul pavimento, crea un suggestivo disegno grafico.

Altro elemento di rilievo, stupefacente nella realizzazione, è la parte che contiene i negozi, il cui interno, progettato dallo studio d’architettura Koichi Takada Architects, è interamente in legno lamellare dalle forme sinuose in modo da creare la suggestione visiva di un canyon scavato nella roccia in completa armonia con la visione di Jean Nouvel.

La struttura in legno dovrebbe riflettere lo stesso bellissimo santuario sotterraneo di Dahl Al Misfir, la “Grotta della Luce” del Qatar, che forma cristalli simili alla luna.

Oltre agli spazi espositivi il complesso museale ospita anche un auditorium da 213 posti, spazi per la didattica, un centro di ricerca, negozi e caffetterie, un ristorante panoramico e un parco con un giardino botanico, un giardino di sculture, una laguna artificiale, un campo da gioco per bambini e vari servizi per i visitatori.

Tutto in questo museo è stato concepito in modo che il visitatore possa avvertire il deserto e il mare, cioè i due elementi da cui nasce la storia di questa giovane nazione formata da pastori nomadi e da pescatori di perle, in uno dei pochi luoghi del pianeta dove, appunto, il deserto raggiunge il mare.

Deserto del Qatar

 

 

 

 

Per saperne di più:

JEAN NOUVEL – Archistar del nostro tempo

per approfondimenti sul Museo di Arte Islamica a Doha, architetto Pei:

Ieoh Ming PEI: la poetica della leggerezza e dell’eleganza

 

©Giusy Baffi 2020

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