19 Agosto 2019

LO STORICISMO ITALIANO – Il mobile neorinascimentale e neobarocco


Dal secondo quarto dell’800 prende forma  in Europa  un eclettismo storicista dove si attinge alla rielaborazione di modelli stilistici del passato o propri di civiltà esotiche, elaborati a volte sulla base di un’attenta analisi dei monumenti antichi ma molto più spesso riecheggiando in modo un po’ superficiale elementi e toni sentiti come suggestivi del periodo.

“Guida arti e mestieri” del 1871 – Modello di scrivania neorinascimentale

Adattare gli stili del passato alle diverse esigenze del presente divenne nei manuali d’arredamento del secondo ottocento il vero “stile moderno”. Tutti  gli stili potevano essere presenti contemporaneamente: si affermò l’uso di arredare ogni sala delle residenze più lussuose secondo uno stile differente, che di volta in volta le diverse maestranze dovevano imparare a imitare; tale moda favorì di conseguenza la rinascita dell’artigianato artistico.

Nella seconda metà dell’800, in un contesto storico romantico, anche in Italia si assiste all’esigenza di creare uno stile storico nazionale che superi i regionalismi e collegato a un’architettura del passato individuata negli stilemi propri dell’architettura cinquecentesca del rinascimento spesso coniugati con il gusto manierista e del barocco.

Vengono elaborati mobili in stile neo-rinascimentale e neo-barocco, importanti, massicci, realizzati in noce, dove l’intaglio rappresenta il punto di forza della produzione artigianale rispetto alla lavorazione a macchina, più diffusa e grossolana. I mobili così concepiti seguono un canone di costruzione ben preciso che parte da un basamento solido e massiccio dove spesso sono scolpiti con intagli a tutto tondo di grande effetto formale telamoni, sfingi, draghi alati e figure fantastiche, cariatidi, per arrivare poi a una minutezza di intagli nella parte superiore con fastigi, putti alati, mascheroni, nature morte, pendoni, il tutto scolpito con un horror vacui assoluto dove ogni spazio vuoto viene eliminato.

Disegno di stipo neorinascimentale di Alessandro Monteverdi presentato alla Fiera di Milano nel 1881

La sala da pranzo era di solito l’ambiente preposto a questo tipo di arredi che venivano realizzati “en suite” e cioè due credenze gemelle, spesso ambientate contrapposte, un buffet, il tavolo e le sedie.

Gli artefici

Tra gli artisti, abili intagliatori ed ebanisti, che si dedicarono a questo genere di mobili  possiamo citare Antonio Zanetti  di Vicenza che all’Esposizione di Torino del 1884 presenta alcuni mobili in questo stile, subito imitato da altri artigiani veneti, Giuseppe Cairoli di Milano i cui manufatti all’Esposizione Nazionale di Firenze vengono molto apprezzati dalla critica dell’epoca e Lodovico Pogliaghi milanese, scultore, pittore, architetto e decoratore, uno dei massimi esponenti insieme a Cassina dello storicismo lombardo, che esegue per la famiglia Crespi di Milano interi arredi e tra questi spicca una credenza realizzata nel 1886 attualmente esposta  al Castello Sforzesco di Milano. Anche i fiorentini  Mariano Coppedé e Emilio Truci, Vincenzo Cadorin di Venezia, il perugino Alessandro Monteverdi e il napoletano Ottaviano De Luca sono tra gli artefici nazionali più importanti per la realizzazione e produzione di questa tipologia di arredo.

Credenza di Lodovico Pogliaghi 1886 – Milano, Castello Sforzesco
Credenza di Lodovico Pogliaghi 1886 Dettaglio di un telamone della base – Milano, Castello Sforzesco
Credenza di Lodovico Pogliaghi 1886 Dettaglio di una cariatide della base – Milano, Castello Sforzesco

 Le valutazioni 

Mentre questi mobili sono stati molto apprezzati dal mercato americano e ora dal mercato russo, in Italia, nonostante essi siano molto spesso il risultato di un lavoro egregio da parte di grandi botteghe artigiane,  a causa delle  grandi dimensioni e  del gusto ridondante sono estremamente sottovalutati e la loro commercializzazione è difficilissima.

Un altro “distinguo” va fatto per i mobili in questo stile  realizzati in epoca novecentesca. Questi arredi sono spesso costruiti con l’ausilio di macchinari e pantografi e utilizzando legno in compensato per tutte le parti non “a vista” come gli schienali e i  fondi dei cassetti: per questo genere di mobili purtroppo non c’è appello e il loro valore attuale è quasi irrisorio.

Credenza con alzata – Veneto XIX secolo – Semenzato 2001
Tavolo – Toscana XIX secolo – Semenzato 2001

 I falsi

Sull’onda di questa moda nasce contemporaneamente anche un grande interesse collezionistico per gli autentici arredi del rinascimento e del primo barocco. E’ questo il momento in cui i falsari rifanno, utilizzando legni antichi, esemplari più o meno fedeli agli originali con l’intento di ingannare i collezionisti; sul mercato si trovano ancora pezzi definiti di “alta epoca” che in realtà sono splendide copie ottocentesche.

 

©Giusy Baffi 2019 (pubblicato su “Cose antiche” N.186 – Luglio 2008)
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