Il ‘900, universalmente considerato il periodo dei grandi illustratori, è anche definito come l’epoca d’oro dell’illustrazione.
Per riuscire a capirne l’importanza occorre fare un passo indietro, quando il manifesto futurista del poeta e drammaturgo italiano Tommaso Marinetti, pubblicato dal quotidiano francese Figarò il 20 febbraio 1909, diventa il primo atto formale e pubblico di questa nuova epoca. Viene inneggiata la civiltà industriale, esaltando il tema della metropoli moderna sede di una vita accelerata e concitata, ricca di stimoli sensoriali e intellettivi. Una vera dichiarazione di guerra alla cultura tradizionale e classicheggiante. I padri fondatori di questa nuova visione dell’arte sono Boccioni, Carrà, Russo, Severini.
A seguito di quest’onda molti artisti si rendono conto di quanto sia importante il fiancheggiamento artistico ai settori produttivi al fine di diffondere un certo modo di scrivere e di dipingere senza il timore di infangarsi lavorando anche per la pubblicità.
Da questa constatazione deriva l’estendersi di criterio dei canoni artistici in ambiti popolari quali la moda, l’arredamento, la pubblicità.
LA MODA E LE RIVISTE
Un settore particolarmente presente in questo periodo è rappresentato dalla decorazione di libri e riviste.
Libri illustrati ma anche riviste e giornali diventano rapidamente una delle palestre più importanti per pittori e giovani artisti.
La moda del libro illustrato esplode nel decennio 1920-1930 in pieno periodo decò, nascono le prime forme di quello che sarà in seguito definito “libro d’arte”, si utilizzano carte preziose e raffinate e si studiano nuove tecniche d’illustrazione. Ritorna l’uso della tecnica del pochoir ovvero colorare a mano, mediante l’uso di mascherine di cartone, stampe il cui contorno è ottenuto mediante l’impressione di una lastra di zinco o di rame.
Paul Poiret è una delle figure più emblematiche nel mondo della moda di quel periodo, colui che ha inventato graficamente lo stile decò. Considerato il primo creatore di moda dei tempi moderni, ha avuto il merito di inserire la moda nell’arte e nel commercio. Influenzato dai movimenti artistici innovatori della Wiener Werkstette di Vienna e della Arts and Crafts inglese, fonda a Parigi l’Atelier Martine (1912-1929). Una vera e propria fucina di nuove idee nella moda e nei tessuti, nonché una grande scuola di design nella quale si succedono importanti pittori come Duffy, Iribe, Lepape e poi Erté, Bonfils, Zamora e Marty che daranno vita con le loro opere a periodici come la Gazette du Bon Ton che, insieme al Journal des Dames et de Modes, rappresenterà il massimo portavoce dell’eleganza e del gusto francese.


Questa moda ha risonanza mondiale al punto che anche Vogue, la rivista statunitense fondata da Arthur Turnure nel 1892 e acquistata da Condé William Nast nel 1909, negli anni venti si avvale per la sua pubblicità di due importantissimi illustratori americani, George Wolfe Plank (1883-1965) e Helen Dryden (1887-1981).


Helen Dryden 1919 per Vogue Stati Uniti

George Wolfe Plank 1922 per Vogue Stati Uniti

George Wolfe Plank per Vogue Stati Uniti

George Wolfe Plank per Vogue Stati Uniti

George Wolfe Plank 1917 per Vogue Stati Uniti

George Plank 1915 Vogue

Helen Dryden - Vogue

Helen Dryden - Vogue

Marty - Vogue 1932

Couple in evening wear emerging from revolving door - George Lepape 1933
L’ILLUSTRAZIONE E LA PUBBLICITA’
Inizialmente la pubblicità era molto semplice e immediata, realizzata soprattutto tramite disegni dato che la maggior parte della popolazione era analfabeta e solo pochi sapevano e potevano leggere i manifesti e i giornali.
In Italia la comunicazione si sviluppa particolarmente attraverso le ultime pagine dei quotidiani, dei settimanali o di riviste come la Domenica del Corriere, la Tribuna Illustrata e l’ Illustrazione Italiana, dove appaiono i primi comunicati pubblicitari nei quali, oltre alle mirabili illustrazioni, s’iniziano a intravedere le prime ricerche per lo studio di nuovi caratteri di stampa.
Gli illustratori europei più rappresentativi
Uno dei pionieri della cartellonistica e dell’illustrazione pubblicitaria italiana fu il pittore futurista Giorgio Muggiani (1887-1938); egli fu tra gli iniziatori di questa nuova forma d’arte pubblicitaria italiana insieme a Marcello Dudovich, Fortunato Depero, Leonetto Cappiello, Leopoldo Metlicovitz, Arturo Panni, Jean D’Ylean, Enrico Sacchetti, Marcello Nizzoli e altri. Nel 1914 Muggiani disegnò la testata del giornale Il Popolo d’Italia, modello grafico al quale si sarebbe poi uniformata la gran parte delle altre testate giornalistiche.



Le “campagne” promozionali di Cinzano, Pirelli, Società di Navigazione, Rinascente, Lana Gatto, Martini (1921), Biscotti Lazzaroni (1928), Moto Guzzi (1917), Borsalino, Florio, Recoaro e Hair Coloring Tonic (Acqua di Tebe) sono solo alcuni dei suoi lavori più famosi.
Marcello Dudovich (1878-1962), istriano, lo si può benissimo definire uno dei massimi esponenti della grafica italiana, per quasi cinquant’anni non ci fu grande industria italiana che non fece ricorso alla sua genialità nell’inventare ed eseguire gli splendidi cartelloni commissionatogli. Fu anche uno dei più prolifici, disegnò infatti circa 396 manifesti, conservati presso la civica Raccolta Bertarelli al Castello Sforzesco di Milano, la Raccolta Salce del museo Bailo di Treviso, l’archivio Rinascente e l’archivio Ricordi di Milano.

Marcello Dudovich: Pubblicità Martini & Rossi 1921

Marcello Dudovich : Pubblicità Rinascente anni ‘20

Dudovich Rinascente 1920

Dudovich - Mele

Dudovich - Mele

Dudovich Afga

Dudovich Pirelli

Leonetto Cappiello

Giorgo Muggiani

Muggiani - Lazzaroni 1928

Giorgio Muggiani: Pubblicità Martini 1921

Muggiani
Parlare dell’italiano Fortunato Depero (1892-1960) è sempre molto riduttivo, promotore del movimento Futurista e artista a 360 gradi, ha con la Campari un lungo sodalizio, sua è la progettazione nel 1932 per Camparisoda della famosa bottiglia a forma di calice rovesciato su suggerimento dello stesso Davide Campari, come pure con la società Alberti, produttrice del liquore Strega e per la Schering con la pubblicità del Veramon. In brevissimo tempo Depero diventerà il più autorevole cartellonista pubblicitario tra i Futuristi.

Il francese Achille Luciano Mauzan (1883-1952) ha al suo attivo circa 1500 locandine di film, prodotte tra il 1909 e il 1913, nonché un numero enorme di cartelloni pubblicitari per società francesi, argentine e italiane.
Lo spagnolo Maximo Ramos (1880-1944) lavora con diverse riviste dell’epoca, inizialmente con Correo Gallego, fondato nel 1878 e divenuto il quotidiano più importante di Santiago di Compostela in Galizia. Ramos diventa uno dei maggiori illustratori ed incisori dell’epoca e il suo stile riflette le influenze della corrente inglese coeva dell’Arts and Craft inglese nonché quella della stampa giapponese allora in voga in Europa per le raffigurazioni femminili. Dopo aver lavorato negli Stati Uniti, Messico, Cuba e Argentina, torna in Spagna collaborando come pubblicitario e illustratore con le più importanti riviste: Blanco y Negro, La Esfera, El nuevo mundo.



Narciso Méndez Bringa (1868-1933) spagnolo, deve la sua popolarità alle illustrazioni che realizza per le fiabe di Christian Andersen rendendo famosi e particolarmente apprezzati in Spagna questi racconti. A seguito di questo successo inizia una proficua collaborazione con l’editore Calleja, per la rivista La Ilustracion espanola y americana e per Blanco y Negro nella quale illustra novelle e racconti.


Non ultimo per importanza, tra gli spagnoli è Ramòn Casas (1866-1932), oltre che pittore famoso per i suoi ritratti e caricature dell’alta società di Barcellona, è anche disegnatore grafico e cartellonista pubblicitario e diffonde ampiamente il movimento modernista.

La pubblicità, sia come illustrazione grafica che cartellonistica, riesce quindi ad entrare nelle case ed arredare il paesaggio urbano con delicatezza, mostrando spesso anche i tratti e le curve disegnate di giovani donne sorridenti e ingenuamente ammiccanti, con la leggera ipocrisia di quell’epoca ma sicuramente con tanta grazia e buon gusto.
©Giusy Baffi 2020 – pubblicato su Cose Belle Antiche&Moderne marzo 2011 e su artevitae.it il 27 marzo 2017
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