Quando sentiamo parlare di mobili in metallo, pensiamo subito ad arredi per giardini, a letti in ferro battuto, lampadari o a modernissimi arredi di design. Nulla di più sbagliato.
Tra la fine del 1700 e i primi del 1800 vengono realizzati, imitando i mobili tradizionali in legno, splendidi mobili in metallo, eseguiti in bronzo, in argento e persino in acciaio.
Si tratta di mobili estremamente rari e solo pochissimi esemplari sono giunti fino a noi, mobili di alta committenza, veri e propri modelli unici nati per stupire, per impreziosire le wunderkammer (la stanza delle meraviglie) delle Corti.
Soprattutto sono il frutto di una grandissima abilità e di un’altissima qualità da parte dei migliori disegnatori, scultori, cesellatori, fabbri e maestri fusori dell’epoca.
LA REINTERPRETAZIONE DEGLI STILI DI FINE ‘700 E PRIMI ‘800
Alcuni mobili riprendono, anche se con lievi rielaborazioni, lo stile Luigi XVI, stile essenziale ma mai severo, come la stupenda coppia di tavolini interamente in rame dorato con piano in legno pietrificato realizzata alla fine del ‘700 a Firenze dalla Galleria dei Lavori (ora Opificio delle Pietre Dure) per gli Asburgo – Lorena granduchi di Toscana.

Sempre a Firenze, agli inizi dell’ 800, su commissione della sorella di Napoleone Elisa Baciocchi, Principessa di Lucca e Piombino e poi Granduchessa di Toscana, l’argentiere Andrea Marchesini realizza presso la Galleria dei Lavori di Firenze, uno splendido tavolo da gioco in stile Impero con piano in pietre dure, traducendo in bronzo un disegno di Fontaine.

SCHINKEL, THOMIRE E GLI ALTRI
Altri mobili vengono commissionati ad architetti come Karl Friedric Schinkel in Germania, a scultori del calibro di Pierre Philippe Thomire in Francia, del quale possiamo vedere uno splendido tavolo interamente in bronzo dorato con piano in malachite datato 1819 (ora a Palazzo Pitti) in un ridondante stile impero, realizzato per Nicola Demidoff, pronipote dello zar Pietro il Grande e ambasciatore di Russia presso la Corte Toscana.

Al Getty Museum di Los Angeles possiamo ammirare una splendida console in stile tardo Luigi XV e con un anticipo dello stile Luigi XVI, in acciaio e bronzo dorato con piano in marmo Blue Turquin datata tra il 1765 e il 1769 disegnata dall’architetto Victor Louis su commissione di Stanislao Augusto II re di Polonia, per il palazzo reale di Varsavia e realizzata da Pierre Deumier serrurier du Roi ovvero fabbro della Real Casa francese.
Altre due consoles appartenenti alla stessa serie in acciaio e bronzo dorato ma impreziosite da un marmo Sarrancolin e provenienti dalla Collezione Rothschild, sono state battute dalla casa d’aste Christie’s nel 2019 per la cifra di 2,831,250 sterline.
Altrettanto stupefacente è lo straordinario guéridon con piano di legno pietrificato incastonato in una cornice e treppiede di acciaio lucido e bronzo dorato eseguito dall’orafo di corte Anton Matthias Domanöck (1713-1779), commissionato dalla sorella maggiore di Maria Antonietta, Maria Cristina, duchessa di Sassonia-Teschen, e consegnato a Versailles come dono alla delfina nell’anno del suo matrimonio, avvenuto nel 1770.

E’ di manifattura russa un rarissimo tavolino in argento massiccio per il gioco degli scacchi, in stile Luigi XVI e databile nella prima metà del XIX secolo.
Il piano è formato da una scacchiera in pietre dure in agata, malachite, avventurina e sodalite. Le gambe dritte e rivestite in malachite sono unite tra di loro da un raccordo a forma di X in argento, al cui centro è posizionato un vaso in agata con fiori in argento. I piedi sono in argento con cesellate delle foglie d’acanto.

A Parigi, al Museo d’Orsay, è possibile ammirare la toilette della duchessa di Parma, eseguita in argento e bronzo dal prestigioso gioielliere parigino François Froment-Meurice tra il 1845 e il 1848 in uno stile che è una rivisitazione dello stile Storicista nelle sue manifestazioni artistiche gotiche e rinascimentali.

I MOBILI DI ACCIAIO DI TULA
Un discorso a parte va doverosamente fatto per i mobili in acciaio eseguiti a Tula in Russia e commissionati da Caterina II per i suoi palazzi a San Pietroburgo.
Agli inizi del 1700 lo zar Pietro I di Russia, impegnato non solo in una lunga guerra contro la Svezia per il controllo del mar Baltico, ma anche contro gli Ottomani, decide di trasferire i migliori armaioli del suo impero a Tula, una città di origine medievale situata nella Russia centrale, sul fiume Opa a 165 chilometri da Mosca.
Viene così fondato l’arsenale imperiale permanente.
L’utilizzo dell’acciaio per la fabbricazione delle armi e il gran numero di artigiani armaioli presenti sul territorio, fecero in modo che nel giro di pochissimo tempo gli artigiani di Tula iniziassero una produzione in acciaio di oggetti di uso quotidiano, decorandoli con le stesse tecniche usate per le armi più preziose: cesellatura, intarsiatura e brunitura.
Intorno al 1730 iniziarono a produrre, per ovvii motivi bellici, mobili da campo pieghevoli in acciaio imitando lo stile dei mobili in legno.
Nell’arco di pochissimo tempo gli elementi decorativi diventarono sempre più elaborati, iniziarono le decorazioni a rilievo, con ceselli a ghirlande, nastri, trafori, trattandole anche con bagni dorati al mercurio; venne messa a punto una tecnica molto particolare: quella della sfaccettatura a diamante dell’acciaio;

le bruniture si fecero sempre più sofisticate e realizzate in vari colori, dal verde al lilla passando per il rosa e l’azzurro; all’acciaio venivano aggiunti oro e argento e i pezzi che uscivano da quelle botteghe, solitamente pezzi unici, erano talmente belli e preziosi che affascinarono Caterina II al punto che li commissionò per i suoi palazzi a San Pietroburgo.
La loro struttura imitava, anche se in maniera rivisitata, il gusto neoclassico di moda in Europa, lo stile Luigi XVI in Francia e lo stile Adam in Inghilterra.
Questi mobili, proprio perché unici e pregiati, divennero ambiti da tutta l’aristocrazia russa.
Al Metropolitan Museum di New York è esposto in tutta la sua bellezza, la summa del mobile prodotto a Tula: uno splendido tavolino in acciaio, con la tipica lavorazione a diamanti e bronzi dorati al mercurio.

A San Pietroburgo, al Museo del Palazzo Pavlovsk, si trovano diversi mobili di Tula, tra questi spiccano una splendida toelette in acciaio con intarsi in acciaio con lavorazione a diamante,

un tavolo con poggiapiedi in acciaio lucido e sfaccettato e bronzo dorato e cesellato, dono dello zar Alessandro I alla madre Maria Fedorovna nel 1801 e

una sedia con poggiapiedi del 1789 in acciaio lucido sfaccettato e bronzo cesellato e dorato.

un’altra sedia, in acciaio con una lavorazione simile si trova al Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo.

Infine a Londra, al Victoria and Albert Museum, si può ammirare un grande camino con parafuoco formato da migliaia di singoli elementi in acciaio, prodotto a Tula alla fine del XVIII secolo.

Dopo la morte di Caterina di Russia, avvenuta nel 1796, questa moda si interruppe e, nel 1808 durante le guerre napoleoniche, Tula, per ordine del ministero della Guerra, dovette smettere la produzione di oggetti d’arte per concentrarsi solo sulla produzione di armi.
A guerra terminata, la magia degli artigiani di Tula era finita, come pure la moda dei mobili d’acciaio, e si produssero solo banali oggetti di uso quotidiano.
©Giusy Baffi aggiornato 2023 – (pubblicato su L’Esperto Risponde – n. 47 / 2007 – pubblicato su ArteVitae.it 11 febbraio 2019)
Fonti:
Colle, Grisieri, Valeriani, Bronzi decorativi in Italia, Electa Edizioni
A.A.V.V. Château de Versailles Catalogo Galeries nationales du Grand Palais, Parigi 2008, cat.n° 239 2007
Antoine Chenevièr, Il mobile russo, Leonardo Edizioni
A.A.V.V. ZAR State Historical Museum, Lybra Immagine Edizioni
A.A.V.V. Le Mobilier du Musée du Louvre
CHRISTIE’S LONDON, Masterpieces from a Rothschild Collection 2019
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